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Tarde, Gabriel.

Sociologo e criminologo francese. Studiò Diritto a Tolosa e a Parigi. Entrato nella magistratura, dal 1875 al 1894 fu giudice nel distretto di Sarlat. Chiamato al ministero della Giustizia per dirigervi la sezione criminale, si andò orientando verso la ricerca sociologica e si dedicò successivamente all'insegnamento, dapprima all'Ecole de Sciences Morales et Politiques, poi al Collège de France (1900-04). Iniziatore della "psicologia di massa", sostenne che individuo e società sono ugualmente sottoposti alla legge universale della ripetizione e dell'imitazione, contrapponendo alla massa amorfa, guidata da forze estranee, l'individuo padrone di sé, razionale e creatore. Egli considerava il comportamento di massa una semplice imitazione dell'agire altrui, affermando che i fenomeni sociali elementari altro non sarebbero che la suggestione e l'imitazione che muove da pochi creatori e che le masse imitano e ripetono. Di qui la condanna dell'uomo nella massa, caratterizzata da anonimia, perdita della responsabilità personale, facilità a cadere preda di capi carismatici. Mediante questo processo di imitazione (concetto cardine al quale in seguito affiancò quelli di opposizione e conflitto) T. spiegò il progresso sociale, l'integrazione e l'adattamento, oltre a tutti quei fenomeni che permettono la trasmissione e il permanere delle tradizioni e delle forme sociali (moda, costume, ecc.). Importante, oltre alle sue teorie sociologiche, anche il suo contributo agli studi criminologici; utilizzando la statistica come strumento di analisi dei fenomeni di criminalità, egli criticò le teorie biologiche di C. Lombroso, dimostrando la natura sociale del crimine. Delle sue numerose opere ricordiamo: La criminalité comparée (1866), Les lois de l'imitation (1890), Les transformations du droit (1893), Essais et mélanges sociologiques (1895), L'opposition universelle (1897), Etudes sur la psychologie sociale (1898), L'opinion et la foule (1901) (Sarlat, Dordogna 1843 - Parigi 1904).